Vite al fronte, diario di guerra che unisce Israele e Ucraina

Vite al fronte, diario di guerra che unisce Israele e Ucraina


Al giornalismo di guerra, che i lettori del «Giornale» conoscono bene, resta il compito di raccontare il proprio punto di vista, sapendo che la ragione non ha più cittadinanza quando si uccide in nome di Dio, della politica o di una linea immaginaria su un polveroso libro di Storia. Nei primi capitoli del libro lo sherpa del cronista di guerra dentro l’abisso dell’Ucraina diventata russa a suon di missili e bombe è Bogdan, ebreo di Donetsk che lo accompagna nel vecchio quartiere ebraico, in mezzo a un crocicchio di undici strade che si intersecano intorno, quando gli ebrei «gestivano soprattutto alberghi e producevano e commerciavano vino, vodka e tabacco». E da lì il racconto con il rabbino Aron Weiss - «di statura piccola, con le spalle leggermente incurvate, gli occhi stretti e una folta barba rossiccia e incolta» - inizia sotto il bimah, «il podio sopraelevato disposto sul fondo della sinagoga dal quale vengono lette le sacre scritture durante le funzioni», da lì si dipana sulla difficoltà di dirsi ebrei a qualunque latitudine, di nasconderlo «perfino ai propri figli» di essere ebrei», mentre intorno ci sono le targhette coi nomi ebraici, russi e ucraini, tutti mescolati.

Author: redazione@ilgiornale-web.it (Felice Manti)


Published at: 2025-04-05 14:23:48

Still want to read the full version? Full article