Vi ricordate quella volta di Trump con l’enorme tabella sui dazi?

Vi ricordate quella volta di Trump con l’enorme tabella sui dazi?


Ma il lavoro dei tecnici è stato messo alla prova dalle decisioni e dichiarazioni estemporanee di Trump, che per esempio un venerdì di fine maggio disse di punto in bianco che il lunedì successivo sarebbero entrati in vigore dazi del 50 per cento contro i paesi europei (neanche del 30 per cento, come in origine) perché a suo dire i negoziati non stavano portando a niente. I negoziatori statunitensi hanno presentato una serie di richieste all’Unione Europea, che secondo Trump è nata proprio per «fregare» gli Stati Uniti: chiedono di ridurre la tassazione e soprattutto le stringenti regolamentazioni a cui devono conformarsi le multinazionali tecnologiche statunitensi; chiedono per i loro prodotti l’abolizione dell’IVA, l’imposta sul valore aggiunto che negli Stati Uniti non c’è (ma ce n’è una molto simile); chiedono che i paesi europei acquistino più auto statunitensi. Sabato sera i paesi del G7, tra cui Italia, Francia e Germania che fanno parte dell’Unione Europea, si sono accordati per escludere le multinazionali statunitensi dal pagamento della global minimum tax, una tassa in vigore dallo scorso anno in decine di paesi del mondo che impone che le aziende paghino almeno il 15 per cento di tasse sui loro profitti: l’accordo era stato trovato avendo in testa innanzitutto le grandi aziende tecnologiche statunitensi come Google, Amazon e Meta.


Published at: 2025-07-02 04:59:05

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