Il governo di Nicolás Maduro ha reagito revocando i diritti di traffico a sei vettori, accusandoli di partecipare alle «azioni di terrorismo di Stato promosse dal governo degli Stati Uniti» e intimando alle altre compagnie di riprendere i voli entro 48 ore. Ma il presidente può fare tre cose molto concrete: ordinare alle compagnie statunitensi di non sorvolare l’area, spingere la FAA a trasformare l’attuale avviso in un bando di fatto e usare il peso politico e finanziario degli Usa per costringere i vettori alleati a comportarsi come se quello spazio fosse davvero chiuso. In assenza di una no-fly zone votata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite o di una risoluzione dell’ICAO, un presidente usa il suo social personale per lanciare un messaggio di deterrenza a tre cerchie diverse: alle compagnie aeree, per dire «gli Stati Uniti non copriranno chi insiste a volare lì»; ai cartelli e alle reti criminali, per ribadire che mare e, a breve, terra e aria sono sotto minaccia di fuoco americano; all’elettorato interno, che vede confermata l’immagine di un comandante in capo che “chiude i cieli” con una frase.
Published at: 2025-11-29 13:50:38
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