Erano stati accusati di pianificare “atti terroristici” per sabotare le elezioni del 25 maggio, che rinnoveranno tutto il Parlamento oltre a eleggere i governatori dei 23 Stati che compongono il Paese sudamericano più quello della cosiddetta ‘Guyana Esequiba’, il territorio rivendicato da Caracas e che forma i due terzi del territorio della confinante Guyana. Inizialmente era stato ipotizzato che la sua liberazione fosse legata a una proroga della licenza per Chevron, ma la smentita è arrivata dal dipartimento di Stato americano: la compagnia petrolifera dovrà lasciare il Venezuela il 27 maggio come previsto, contraddicendo l’inviato speciale di Donald Trump Ric Grenell secondo il quale il presidente aveva autorizzato un’estensione della presenza dell’azienda nel Paese sudamericano. La dichiarazione, pronunciata tra le grida e gli applausi dei suoi sostenitori, è stata interpretata dagli utenti del web come un tradimento inconscio dell’erede di Hugo Chavez, evidenziando ciò che vari sondaggi e studi politici hanno indicato negli ultimi anni: ovvero che il ‘chavismo’ gode di scarso sostegno popolare e mantiene il potere grazie alla repressione, al controllo istituzionale e all’appoggio dell’esercito.
Author: Estefano Tamburrini
Published at: 2025-05-25 07:13:41
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