Una Marcia per la pace come la Perugia-Assisi produce onde che vanno lontano

Una Marcia per la pace come la Perugia-Assisi produce onde che vanno lontano


Mentre i dizionari definiscono semplicisticamente la pace solo in negativo, come mera sospensione o assenza di guerra – “fecero un deserto e lo chiamarono pace”, si potrebbe dire con Tacito in riferimento a Gaza – scrive Rete Italiana Pace e Disarmo che “non può esserci pace senza giustizia, chi ha responsabilità per i crimini di guerra deve essere giudicato; non può esserci pace e sicurezza comune senza il pieno riconoscimento del diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato, libero ed indipendente; non può esserci pace se Israele non si ritirerà dai territori occupati illegalmente dal 1967; non potrà esserci pace se non si risolverà la questione dei profughi palestinesi”. Rispetto a ogni conflitto armato e a ogni atto di violenza e terrorismo, stare sempre dalla parte di tutte le vittime e dei disertori della compattezza bellica, capaci di costruire ponti e abbattere muri – come gli obiettori di coscienza russi, ucraini, israeliani e gli attivisti nonviolenti palestinesi – dichiarandosi, a propria volta, obiettori di coscienza alla guerra. Impegnarsi per il superamento dello strumento militare come unica forma di difesa del Paese e dell’Europa e operare per la costruzione della Difesa civile, non armata e nonviolenta che prevede anche la costituzione dei Corpi civili di pace come mezzo di intervento nei conflitti, l’Istituto di ricerca per la Pace e il Disarmo e il diritto all’opzione fiscale per il suo finanziamento.

Author: Pasquale Pugliese


Published at: 2025-10-13 10:53:04

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