Fin qui il leader dell’Alleanza atlantica è rimasto concentrato sull’Europa, quindi ha allargato il perimetro dell’analisi: “Non è solo la Russia”, ha proseguito Rutte, Mosca “sta lavorando a stretto contatto con la Cina, la Corea del Nord e l’Iran per tentare di disturbare le nostre società e stracciare le regole globali. Il volume degli scambi commerciali tra i due paesi ha toccato i 240 miliardi di dollari nel 2023, Pechino è diventata un acquirente chiave del petrolio e del gas russo, offrendo a Mosca un mercato di sbocco vitale dopo le sanzioni occidentali, e le fornisce materiali “dual use”, componenti elettronici (inclusi semiconduttori) e macchinari industriali fondamentali per l’industria della difesa. Ma ricordarlo a poche ore dal fallimento dell’ennesima tornata di colloqui per il cessate il fuoco serve a spingere l’acceleratore nella direzione da tempo intrapresa nella Nato e nell’Unione europea, i cui stati parlano da tempo di programmi di riarmo per centinaia di miliardi e stanno reintroducendo i servizi di leva obbligatoria o volontaria – Francia e Germania sono gli ultimi due casi – per rinfoltire le file di eserciti sostanzialmente a riposo da decenni e depauperati dall’invecchiamento costante dei popoli del continente.
Author: Redazione Esteri
Published at: 2025-12-03 11:55:30
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