Chi lavora nei centri di riabilitazione per bambini vittime di guerra, come fa Fondazione Soleterre, lo sa: quando un bambino smette di giocare, è il trauma che prende parola al suo posto. I bambini iniziano a costruire una “teoria della mente” – la capacità di immaginare cosa sente e pensa l’altro – proprio attraverso il gioco. Serve un nuovo patto educativo: una generazione nata nella guerra ha bisogno di adulti che sappiano accogliere le paure silenziose che si annidano nelle stanze che nessuno ha mai osato aprire.
Author: Damiano Rizzi
Published at: 2025-05-28 07:25:43
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