Prima, in ordine sparso, ci sono stati: le “bunker buster bomb” scaricate in Iran, che sembrano aver bloccato, almeno temporaneamente, il programma nucleare di Teheran; la vittoria al vertice Nato, con gli alleati convinti a investire di più nella difesa; la sentenza della Corte Suprema, che allarga a dismisura i suoi poteri; la possibile tregua a Gaza, come proposta dall’amministrazione. Mentre le truppe inviate a Los Angeles sembrano aver sedato la rivolta, un giudice federale del Massachusetts ha riconosciuto il diritto dell’amministrazione di deportare in Sud Sudan otto uomini (solo uno è cittadino del Sud Sudan) che per settimane hanno atteso di conoscere il loro destino in un container in una base militare Usa a Gibuti. C’è un senatore repubblicano, Thom Tillis del North Carolina – è uno dei tre senatori del G.O.P., insieme a Susan Collins e a Rand Paul, che ha votato contro la misura – che ha deciso di non ripresentarsi alle elezioni del novembre 2026, consapevole degli effetti negativi che essa avrà sul suo elettorato (e della guerra che Trump gli avrebbe scatenato contro in campagna elettorale per non aver votato il bill).
Author: Roberto Festa
Published at: 2025-07-05 11:51:06
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