Insomma, se questo è l’aiuto promesso da Trump, non è un granché, né la minaccia di nuove sanzioni riuscirà a turbare i sonni di Putin, dal momento che le sanzioni comminate contro la Russia hanno fatto da volano al suo sviluppo economico e, insieme, hanno accelerato esponenzialmente la creazione di una rete finanziaria alternativa al dollaro nell’ambito dei Brics e oltre, processo da cui Mosca ha tratto enormi vantaggi. Come si può vedere è ancora presto per parlare di una svolta di Trump, tanto è vero che la reazione della Russia è stata “calma”, come ha dichiarato il portavoce dal Cremlino Dmitrij Peskov, il quale ha aggiunto che la parte più importante delle dichiarazioni del presidente Usa è stata quella in cui ha riconosciuto che la risoluzione del conflitto si è rivelata più “ardua” del previsto, cosa della quale Mosca era cosciente fin dall’inizio delle manovre diplomatiche russo-americane. In alternativa, ma non troppo, potrebbe essere un modo per esercitare pressioni su Putin per spingerlo a essere più assertivo nei confronti di Teheran o di Hamas, con i quali ha rapporti meno conflittuali rispetto a Washington, perché accettino condizioni che non vogliono accettare, ad esempio lo smantellamento totale del nucleare iraniano o parti della proposta di tregua made in Usa che Hamas trova indigeste.
Author: davide
Published at: 2025-07-09 18:23:09
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