Toy Story, la rivoluzione che cambiò per sempre il cinema d’animazione

Toy Story, la rivoluzione che cambiò per sempre il cinema d’animazione


Un volume in cui si respira l’aria di rivoluzione tecnologica del cinema d’animazione (Toy Story è il primo film realizzato totalmente in computer grafica della storia del cinema), di visioni future industriali e fiuto per gli affari con Steve Jobs (qui produttore esecutivo del film e fondatore, con un investimento di 10 milioni di dollari, dei Pixar Animation Studios nel 1986), di svolta epocale nella cultura e nella tradizione del cinema hollywoodiano in casa Disney (quindi inevitabilmente di almeno mezzo mondo cinematografico, in primis quello occidentale, abituato al musical bidimensionale). Per capire il valore fuori dall’ordinario e di riscrittura del genere di Toy Story, Uva e Vita fanno iniziare il loro viaggio dagli albori della Pixar, quando tutto era solo sogno e lungimiranza, quindi da quella Lucasfilm che ingaggia un promettente Lasseter nel 1983 per esplorare le potenzialità della computer grafica applicata all’animazione; è sempre sua, nel 1985, la realizzazione del primo personaggio fotorealistico e dalla conformazione antropomorfa in Piramide di paura; infine la nascita della Pixar vera e propria come realtà indipendente grazie a Jobs che punta sui creativi Ed Catmull, Alvy Ray Smith e appunto Lasseter. Un equilibrio perfetto tra “meraviglia e credibilità” in quanto una delle principali ragioni del successo del primo Toy Story, e a seguire dei cinque titoli di tutta la saga, sta sia nella “dialettica tra passato e futuro” che suscita lo scontro/incontro tra i giocattoli protagonisti, cowboy e Buzz, rifacendosi “alla storia culturale degli Stati Uniti e in particolar modo alla memoria nostalgica dei baby boomers – a cui lo stesso Lasseter appartiene”; come grazie ad un’operazione di “rimediazione all’indietro”, ovvero “il processo attraverso cui un nuovo medium rielabora, interpreta e reinventa un medium precedente” sia l’animazione tradizionale della Disney ma anche “il cinema hollywoodiano classico con la sua estetica e il suo linguaggio”.

Author: Davide Turrini


Published at: 2025-11-12 13:01:04

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