Insomma, considerando che a livello di sinergie il bello tra i due gruppi deve ancora venire, sbalordisce il fatto che il solo accostare i nomi delle due società abbia generato intorno a 11 miliardi di valore per la gioia di piccoli e grandi investitori. In primis, perché la fine della guerra fra l'ormai ex primo socio Vivendi (ora ha circa il 2,5% di Tim) e il ceo Labriola ha sgombrato il campo dal rischio di stasi nella strategia aziendale e fatto battere in ritirata i venditori allo scoperto che per lungo tempo hanno schiacciato il titolo ogni volta che cercava di rialzare la testa. Inoltre, il cambio di statuto di Tim approvato dall'assemblea dei soci del 24 giugno ne ha modificato l'oggetto sociale ampliando il ventaglio di servizi offerti a cybersecurity, cloud, internet delle cose arrivando a spaziare nell'energia, gas, prodotti finanziari e assicurativi e lasciando la porta aperta ad ulteriori beni di consumo e servizi.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Marcello Astorri)
Published at: 2025-08-24 06:12:40
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