Siamo l’urlo del poetry slam. Cuore, rabbia, vite: la poesia performativa scende dal palco per farsi antologia

Siamo l’urlo del poetry slam. Cuore, rabbia, vite: la poesia performativa scende dal palco per farsi antologia


Martina Lauretta Ci sono autori e autrici di ogni età e da tutta Italia, e ci sono testi in italiano e in dialetto in questa piccola antologia, che coglie anche l’occasione per festeggiare i 40 anni del fenomeno poetry slam nel mondo (le sue radici risalgono agli anni Ottanta, a Chicago, con Marc Kelly Smith; in Italia è arrivato da oltre vent’anni), sempre nel 2024, oltre ai dieci anni del Campionato Lips (vinto nel 2024 da Giuseppe Piccolo; quest’anno sul podio è salito Gabriele Ratano). Ognuna di queste poesie ha da dire qualcosa sul nostro presente e sulla nostra politica (Giorgia Peroni è la poesia del vincitore 2024 Giuseppe Piccolo); molti testi attraversano l’io («Ma io sono plurale, sono corrente fluviale/ Unione di perle più rare e in più, anime chiare/ Io sono l’odio per il padre, la corsa al podio e il/ bisogno di inciampare, sono suono,/ ma se intono stono, e sono sfioccare, e schioccare le/ dita/ Sono la scorta di fogli infinita e poi tutto scritto sul/ telefono/ Sono il senso di colpa di correre senza guardarmi/ indietro,/ sono un ciao accartocciato, il bacio che non ti ho mai/ dato», scrive Builderbuff nella sua Sono). Che mi incalzi di rime in -are», recita in Alibi Eleonora Fisco) e quello per sé stessi («Sperando in mani gentili/ In bocche già sazie/ Ma io sono stanca di sperare/ E pretendo ciò che è mio, ciò che è nostro/ Emanciparmi dal mio corpo/ E smettere di vergognarmi di esistere», i versi sono di Sophie Stablein); la lotta dei corpi e quella delle folle; l’inquinamento del pianeta e quello dell’essere umano.

Author: Jessica Chia


Published at: 2025-12-17 14:38:31

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