Scrive Costa al Guardasigilli, concludendo una paginetta al veleno, “se non ritenga necessario provvedere con urgenza, nelle more della modifica pendente in Parlamento, ad adeguare la normativa nazionale sugli smartphone a quella Ue, quantomeno sotto il profilo dell’autorizzazione da parte del giudice in tema di sequestro e di acquisizione dei dati, per scongiurare il rischio di procedure d’infrazione”. Ed eccoci alla sua interrogazione che critica fortemente anche la presa di posizione della procura di Rona dove, con una circolare interna, anche questa resa nota dal Fatto, il procuratore Franco Lo Voi ha affermato che non c’è alcun bisogno di una nuova legge perché basta il pm a sequestrare lo smartphone valutando attentamente ciò che è necessario per l’indagine e cosa invece è riservato. Eccolo spiegare quanto la posizione della Corte di giustizia del Lussemburgo non consenta deroghe perché “tra i principi in materia di acquisizione di dati di carattere personale, la necessità del trattamento, la proporzionalità e il principio di ‘minimizzazione’, sancisce che per il trattamento dei dati è necessario che l’accesso “sia subordinato a un controllo preventivo effettuato da un giudice o da un organo amministrativo indipendente”.
Author: Liana Milella
Published at: 2025-07-23 06:17:22
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