Se la pastasciutta antifascista emigrata a Roccasparvera diventa sempre più un caso

Se la pastasciutta antifascista emigrata a Roccasparvera diventa sempre più un caso


Ancora polemiche sulla «pastasciutta antifascista» di Roccavione, emigrata a Roccasparvera dopo lo scontro tra Pro loco del paese e sindaco Paolo Giraudo, che ha definito «strumentale e scorretto» l’abbinamento tra la passeggiata «Quando la storia bussa alla porta» con il direttore dell’Istituto storico per la Resistenza, Gigi Garelli, e la cena successiva cena intitolata «pastasciutta dei fratelli Cervi», ma pubblicizzata secondo il primo cittadino come «antifascista». In una lunga nota, l’Anpi Borgo e Valli richiama il discorso di Duccio Galimberti del 26 luglio 1943 («La guerra continua fino alla cacciata dell’ultimo tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista»), ricorda i crimini del Ventennio, si dichiara orgogliosa di aver patrocinato l’evento e attacca: «Il sindaco di Roccavione e la sua giunta, dietro un discorso vago di tutela di posizioni generali, sicurezza e quant'altro, non rendono merito e conto ai principi democratici della Costituzione e figli della Resistenza che hanno permesso che potessero essere eletti, che chi li abbia votati siano un cittadini, non sudditi». L’averlo comunicato sui social al mattino e su WhatsApp al pomeriggio denota la volontà di far passare l’intero paese come sabotatore dell’ultimo minuto») e di promuovere «iniziative che esulano dai suoi fini statutari», quando invece «dovrebbe avere l’appoggio dei propri soci, questa sì una vera espressione di democrazia e rispetto verso chi ha deciso di sostenere un’associazione pensando al futuro turistico, culturale, ludico del Comune, non di trovarsi suo malgrado coinvolto in iniziative politiche».

Author: MATTEO BORGETTO


Published at: 2025-07-26 14:21:32

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