Inutili sono risultati i tentativi del lavoratore di sostenere di non aver mai ricevuto un’”adeguata informativa sulla possibilità per la datrice di lavoro di controllare gli asset aziendali”, così come irrilevante è stata la tesi dei “controlli illegittimi”. Tale documento informava i dipendenti “della possibilità di effettuare, in caso di rilevate anomalie, verifiche e controlli nel rispetto delle previsioni di legge, riservandosi, in caso di comportamenti non conformi alle disposizioni aziendali, di applicare le sanzioni disciplinari previste”. Confermando la decisione di secondo grado, la Cassazione ha ribadito che la datrice di lavoro aveva rispettato tutte le disposizioni di legge, avendo informato in modo chiaro i dipendenti sulle regole d’uso del computer aziendale, di internet e della posta elettronica, nonché sulle attività vietate, rendendoli consapevoli della possibilità di controlli sui dispositivi aziendali.
Author: F. Q.
Published at: 2025-11-10 10:09:23
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