La conta dei cadaveri supera i 12mila per i sei anni di presidenza di Duterte (2016-2022) – almeno 2.500 a opera della polizia nazionale, a cui il presidente aveva garantito una ricompensa per ogni morto ammazzato – e il livello di violenza, a detta di chi ha seguito le gesta del “giustiziere” anche nei vent’anni da sindaco, senza precedenti. La sua rielezione non avviene solo alla luce dei crimini di cui più volte in pubblico Duterte si è vantato di essere stato il mandante, ma perché per quegli stessi crimini contro l’umanità ora l’ex presidente si trova in una cella all’Aja, dopo essere stato arrestato l’11 marzo ed estradato nei Paesi Bassi su mandato della Corte penale internazionale (Cpi). In generale le elezioni hanno segnato una battuta d’arresto per Marcos, il cui partito ha ottenuto meno seggi al senato del previsto, e un’iniezione di consensi per la vicepresidente Sara Duterte, figlia di Rodrigo, che attende il verdetto del senato sull’impeachment a suo carico votato dalla camera dei deputati.
Author: Internazionale
Published at: 2025-05-21 12:14:46
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