Toga indosso, coccarda tricolore sul petto e copia della Costituzione in mano, i giudici hanno ribadito le criticità contenute nel provvedimento costituzionale che ritornerà in Senato il prossimo 18 giugno: " Siamo qui perché pensiamo sinceramente di interpretare un sentimento collettivo di giustizia che conosciamo bene come magistrati e che vogliamo vivere come cittadini ". In questo senso, però, le toghe si sentirebbero prese di mira e ribadiscono che la riforma è " sicuramente espressiva di un sentimento non troppo benevolo della magistratura " in quanto sussisterebbero alcuni passaggi che " veramente sembrano essere indicativi di una volontà di colpevolizzare i magistrati e questo ci spiace molto perché in realtà noi non abbiamo mai fatto la guerra a nessuno e non la faremo mai a nessuno ". Se dal punto di vista sociale questo tema sollevato è "molto delicato", esiste poi l'argomento relativo alla separazione delle carriere, che è " più complesso perché evidentemente si tratta di una valutazione anche in prospettiva di quello che accade in altri Paesi dove la separazione c'è stata ", insiste Parodi, il quale ritiene che già la riforma poi per come è oggi, nonostante non abbia una previsione espressa di sottoposizione all'esecutivo nazionale, " indebolisca fortemente quello che è il ruolo della magistratura, l'indipendenza della magistratura, e quindi crei i presupposti in qualche modo per una forma di depotenziamento della giustizia, ripeto, nell'interesse dei cittadini - assicura il capo dell'Anm -.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Lorenzo Grossi)
Published at: 2025-06-10 18:13:11
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