Abbiamo capito, sul campo, di quanto siano labili i confini tra il bene e il male, tra il giusto e lo sbagliato, e di come non si possano dividere in maniera salomonica i buoni dai cattivi e, andando avanti fino a tardi con Biloslavo, abbiamo appreso i trucchi del mestiere per affrontare il nostro futuro primo reportage di guerra. Da un inizio nel presente, il secondo giorno siamo tornati indietro agli anni Novanta, entrando simbolicamente nella città assediata dall’esercito serbo-bosniaco attraverso l’unica via di accesso terreste, il tunnel della salvezza, un tracciato sotterraneo di 800 metri sotto la pista dell’aereoporto – ai tempi controllato dei caschi blu – scavato nel 1993 per consentire il transito di persone, rifornimenti e armi. Biloslavo ci sorprende con ospiti d’eccezione: Idris Huric, detto ‘Gigio’, l’autista dell’ambasciata italiana, che a cento all’ora sulla “Sniper Alley”, la strada dei cecchini, portava i giornalisti dall’aeroporto all’hotel; Nihad Kreševljakovič, regista e produttore teatrale, che ricorda appassionato come il teatro cittadino fosse pienamente aperto anche durante l’assedio, perché la cultura e la bellezza danno speranza e voglia di vivere.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Redazione web)
Published at: 2025-06-09 12:44:18
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