Raccogliere donazioni fermando le persone per strada funziona davvero?

Raccogliere donazioni fermando le persone per strada funziona davvero?


Ogni anno la sezione italiana di Medici Senza Frontiere (Msf), una importante ong che si occupa di assistenza medica e operazioni umanitarie in varie parti del mondo, ricava quasi la metà dei propri fondi (in totale circa 80 milioni di euro annui) da donatori regolari, cioè da persone che permettono a Msf di prelevare periodicamente dal loro conto una quota di denaro fissa. Nel mondo del terzo settore italiano le donazioni regolari da parte di singoli individui sono ormai fondamentali, non soltanto per Msf: rappresentano la base del sostentamento delle sezioni locali di organizzazioni molto grandi come Greenpeace e Amnesty International – che per i finanziamenti hanno regole molto stringenti, che limitano quasi completamente la possibilità di finanziarsi attraverso fondi pubblici e grosse donazioni private – e sono una fonte di entrate importante anche per altre organizzazioni non profit come Save the Children o ancora per l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati (Unhcr) e il fondo dell’ONU per l’infanzia (Unicef). È un aspetto che nel tempo ha convinto alcune organizzazioni a puntare di più sui dialogatori interni: Laura Bonomi di Amnesty spiega che da qualche anno la sua organizzazione ha deciso di non appoggiarsi più alle agenzie di face to face perché i dialogatori “esterni” non riuscivano a raccogliere un numero soddisfacente di donazioni.


Published at: 2025-04-14 10:34:32

Still want to read the full version? Full article