Quinto Sertorio, il ribelle con un occhio solo che sfidò Roma per salvarla dai suoi demoni

Quinto Sertorio, il ribelle con un occhio solo che sfidò Roma per salvarla dai suoi demoni


È la sua guerra a farlo cartaginese: non la linea, ma il bosco; non lo scontro in piano, ma il ciglio, la notte, l’imboscata che punge e svanisce. Un senato in esilio, scuole di toga e grammatica, un esercito che non saccheggia al primo abbeveratoio: stava costruendo istituzioni come si costruiscono dighe, perché l’acqua non travolga il campo, ma lo irrighi. Ma ha segnato la carta, con una matita che non sbiadisce: si può essere Roma senza essere sanguinari; si può governare una provincia come se fosse una promessa, non un magazzino; si può fondare un senato nella frontiera per tenere acceso il faro quando il porto si riempie di maree.

Author: redazione@ilgiornale-web.it (Vittorio Macioce)


Published at: 2025-08-12 05:00:05

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