È la sua guerra a farlo cartaginese: non la linea, ma il bosco; non lo scontro in piano, ma il ciglio, la notte, l’imboscata che punge e svanisce. Un senato in esilio, scuole di toga e grammatica, un esercito che non saccheggia al primo abbeveratoio: stava costruendo istituzioni come si costruiscono dighe, perché l’acqua non travolga il campo, ma lo irrighi. Ma ha segnato la carta, con una matita che non sbiadisce: si può essere Roma senza essere sanguinari; si può governare una provincia come se fosse una promessa, non un magazzino; si può fondare un senato nella frontiera per tenere acceso il faro quando il porto si riempie di maree.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Vittorio Macioce)
Published at: 2025-08-12 05:00:05
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