Nonostante gli esteti, gli intellettuali, i vanesi, i gaudenti, i "diversi" e gli indifferenti, nella sterminata produzione letteraria che riguarda l'isola, i libri che vale la pena di leggere non sono più di due o tre: Vento del Sud e Terra delle Sirene di Norman Douglas, Aria di Capri di Edwin Cerio, ma comunque facendosi largo fra molta erudizione, troppe fissazioni, abbastanza retorica. Fra i motivi di questa scelta c'è la suggestione di un brano del Breviario di Capri di Amedeo Maiuri, ma c'è anche e soprattutto il rimando cromatico a un'edilizia che incarna una dimensione estetica e ideologica: è il rosso cupo delle case del Fascio e del Foro Mussolini, che è a sua volta il rosso cupo della romanità, delle ville di Pompei, è il color terra di Siena dell'Italia barbara e premoderna, ovvero l'altra modernità, il tentativo di adattare alla tradizione il linguaggio giusto che non la neghi né la ripeta stancamente. Scegliendo quella roccia e costruendo quella casa, Malaparte elabora visivamente ciò che era andato esponendo in vent'anni di impegno letterario, il richiamo a valori forti e ancestrali, il rifiuto delle mode straniere, la ricerca di una terza via fra liberalismo e marxismo, la rivoluzione non come restaurazione o tabula rasa, ma recupero di una visione del mondo e la sua attualizzazione, il sogno di un fascismo immenso e rosso che sarebbe potuto essere e non fu... Confesserà: "Vivo in un'isola, in una casa triste, dura, severa che mi sono costruita da me, solitaria sopra uno scoglio a picco sul mare: una casa che è lo spettro, l'immagine segreta della prigione.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Stenio Solinas)
Published at: 2025-07-13 03:00:02
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