Si presenta così Rosa Balistreri al 29esimo minuto del nuovo film di Paolo Licata, L’amore che ho: un biopic, un film che sa di vita (o una vita che è “da film”). Le canzoni popolari della Balistreri sono l’entry-point per eccellenza: scandiscono i giri di vite della protagonista e di chi le gravita intorno; esprimono amore e dolore, rabbia e riscatto, lotta e speranza, fungendo da cassa di risonanza del malcontento popolare e delle voci spente delle donne abusate, in una Sicilia (ma non solo: è “Sicilia solo per caso”, direbbe Vittorini) lasciata a sé stessa, sorda alle istanze dei suoi figli (Terra ca nun senti / ca nun voi capiri…). Oltre la sfera pubblica, c’è quella privata: la lontananza dalla figlia Angela negli anni in cui Rosa è chiusa in carcere per l’aggressione al marito, il precario rapporto emotivo tra le due…Nel film quella tra Rosa e Angela – interpretate rispettivamente da Anita Pomario/Donatella Finocchiaro/Lucia Sardo e da Tania Bambaci – è una partita a due che si acutizza al punto che la figlia diventa l’unico pubblico davanti a cui l’artista deve esibirsi.
Author: Elena Migotto
Published at: 2025-05-06 06:00:51
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