Ha letto alcuni documenti in un determinato ufficio all’interno del Vaticano dove si parlava anche di Emanuela, legati (parole sue) a tanti miliardi (di lire, ndr) che ogni settimana uscivano e andavano in Polonia a Solidarnosc e questo ci riporta a una questione legata a una delle ipotesi: i famosi soldi della mafia che Pippo Calò, tramite la Banda della Magliana versò nelle casse dello Ior (la banca del Vaticano, ndr) e del Banco Ambrosiano. “Nel processo della Banda della Magliana nessuno ha fatto cenno alla vicenda di Emanuela Orlandi anche se – lo hanno dimostrato i processi successivi – c’era una corsa da parte di molti a formulare le narrazioni più mirabolanti proprio al fine di guadagnarsi lo status di collaboratore di giustizia con tutto ciò che ne conseguiva sul piano dei benefici carcerari”. Bisogna muoversi in questa logica, lavorare di fantasia non serve a niente e a nessuno, aprire gli armadi e vedere cosa ci si trova dentro forse potrebbe essere utile”, specificando che il suo riferimento è agli “atti prodotti in Vaticano cioè all’esistenza di qualche dossier relativo a questa vicenda, ma anche a quelli dei Servizi perché le attività di Gangi e della sua squadra, che poi venne estromessa, da qualche parte sicuramente arrivarono”.
Author: Alessandra De Vita
Published at: 2025-12-01 16:04:59
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