E cioè che l’Unione europea – lungi dall’essere un’idea frutto della spontanea aggregazione di un “comune sentire” dei popoli – sia una costruzione in vitro degli americani finalizzata a togliere le briglie alla circolazione dei capitali tra le due sponde dell’atlantico: “Gli Stati Uniti non hanno mai nascosto che la creazione di un’Europa unita e da loro controllata fosse la premessa della propria politica estera. Per tutte le suesposte ragioni, le parole di Trump e soprattutto quelle di Musk, appaiono oggi come una sorta di “oggetto verbale non identificato” nella storia delle relazioni transatlantiche, un elemento totalmente alieno rispetto all’approccio di tutte le amministrazioni Usa per quasi un secolo. Forse, i cittadini europei – prima di cedere al sussulto “patriottico” ed euro-sovranista invocato dagli attuali vertici della Ue – dovrebbero chiedersi: 1) se sia mai esistito un desiderio autenticamente popolare di fusione dal basso delle singole sovranità nazionali del vecchio continente in quella entità cui diamo il nome di Unione; 2) se questa entità – alla luce delle vicende degli ultimi anni, della scarsa legittimazione dei suoi apici e dell’opaca e quasi “illeggibile” modalità di funzionamento della medesima – possa realmente definirsi “democratica; 3) se, e in che misura, lungo questo cammino, i popoli europei siano stati “usati” e manipolati (tramite una ben precisa operazione di intelligence) da certe realtà d’oltreoceano; 4) se quello evocato da Musk – al netto delle considerazioni, dei dubbi, delle riserve che il personaggio in questione solleva a ogni piè sospinto – non sia, dopotutto, uno scenario da prendere in seria considerazione.
Author: Francesco Carraro
Published at: 2025-12-09 17:59:12
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