Ma la cosa più interessante è che un’indagine attenta sull’attore aristofaneo, sulle sue tecniche, le sue abilità, i suoi modi di produzione del comico, sta mettendo in luce che esso può venire considerato un prototipo o comunque un antenato dell’attore comico moderno: quello che si afferma con la Commedia dell’Arte e con Molière fra XVI e XVII secolo e che – per quanto ci riguarda – culmina nei comici del Novecento italiano, da Petrolini a Totò, da Eduardo e Peppino a Dario Fo e oltre. Il plurilinguismo trasversale (cioè la capacità di padroneggiare una molteplicità di mezzi espressivi, generi e registri drammatici); l’intertestualità parodica (che ha per bersaglio la tragedia, in Aristofane, e il Grande Attore in Petrolini e compagni); il rapporto distanziato, mai di completa sovrapposizione, fra attore e personaggio; l’improvvisazione; le uscite dal ruolo; l’interpellazione diretta degli spettatori. Queste giornate facevano parte di un più ampio progetto, culminato nella prova aperta di un laboratorio di alta formazione per attori e ricercatori under 30 e in uno spettacolo del Gruppo della Creta (regia di Alessandro Di Murro), Pluto o il dono della fine del mondo: una ingegnosa riscrittura dell’ultima commedia di Aristofane, in cui il già mesto finale originale assume tratti apocalittici.
Author: Marco De Marinis
Published at: 2025-11-11 10:07:20
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