Pepe Mujica? Un grande ‘influencer’ senza cellulare. Dietro la leggenda, alcuni luoghi comuni

Pepe Mujica? Un grande ‘influencer’ senza cellulare. Dietro la leggenda, alcuni luoghi comuni


Ancora non è chiaro, in queste molto lunghe e molto solenni e ore di veglia e di cortei funebri, in quale luogo troveranno infine sepoltura e riposo le ceneri di José Mujica Cordano, già “presidente povero” della República Orientál del Uruguay e già un’assai lunga ed alquanto variegata serie d’altre cose: corridore ciclista, dirigente locale, a cavallo tra gli anni 50 e 60, della corrente “herrerista” del conservatore Partido Nacional, rapinatore di banca (il suo primo arresto risale al giugno del 1964, quando, ancora militante del gruppo anarchico MIR, Movimiento de Izquierda Revolucionaria, assaltò a mano armata una sede d’una impresa finanziaria), guerrigliero urbano nelle fila o, meglio, alla testa del Movimiento de Liberación Nacional Tupamaros, prigioniero politico, ostaggio “sepolto vivo”, per 12 anni, dalla feroce dittatura civico-militare che attanagliò l’Uruguay tra il 1973 e il 1985, fondatore del Movimiento de Partecipación Popular, oggi corrente maggioritaria del Frente Amplio e, infine – e qui arriviamo ai giorni nostri – universale simbolo di sobrietà e saggezza, di personale redenzione, di stoica resistenza, di riconciliazione e perdono, di lungimirante speranza al di là, anzi, al di sopra delle miserie della politica. Ed altrettanto certo è che, se così fosse – se davvero, al di là d’ogni formalismo, i desideri del Pepe venissero esauditi – si tratterebbe d’un bellissimo, luminoso finale, d’un lampo di verità e di genuino amore (d’amore, in questo caso, ingigantito dal rimorso, visto che fu proprio lui, El Pepe, ad azzoppare la povera Manuela con un’avventata manovra alla guida d’un trattore) nella compunta melassa, inevitabilmente intrisa d’ipocrisia, che accompagna ogni funerale, specie quando di pubbliche celebrità si tratta. Ed il Pepe è, all’istante diventato, con tutta la forza delle più moderne forme di comunicazione, il volto e la voce dell’anticonsumismo, un re della Rete proprio perché in rete mai aveva messo piede, e perché quel volto e quella voce alla perfezione si sposavano con le immagini “pre-tecnologiche” d’un vecchio vestito nel più trasandato dei modi affiancato da una cagnetta sciancata, sullo sfondo d’una vecchia fattoria con i muri anneriti dall’umidità, E , soprattutto, con una magica, rivoluzionaria parola – “felicità” – attorno alla quale tutto girava.

Author: Massimo Cavallini


Published at: 2025-05-17 07:03:49

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