Un ordito filato dal funerale di Bergoglio, con lo storico faccia a faccia di Trump e Zelensky tra le navate di San Pietro, e che con l'insediamento di Leone XIV ha arricchito la trama dei preziosi fili di più incontri diplomatici. Resta però l'importante eredità di quel miracolo di Bergoglio, ovvero il colloquio improvvisato tra Trump e Zelensky, che Leone ha voluto subito raccogliere e rilanciare confermando la squadra diplomatica che ha preparato il terreno: il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, il segretario per i rapporti con gli stati, Paul Gallagher e il cardinale Matteo Zuppi nel ruolo speciale di garante (lo aveva fatto anche per la consegna delle armi da parte dell'Eta) per lo scambio dei prigionieri e il ritorno dei bambini ucraini deportati dai russi. Così, se sabato sera Rubio, proprio dopo aver incontrato Zuppi e prima di andare a colloquio con Parolin, rendeva omaggio al ruolo diplomatico del Vaticano, nella giornata dedicata alla sua messa di intronizzazione Prevost ha dato spazio a due bilaterali, quello con la presidente del Perù in mattinata, e quello riservato a Zelensky dopo la messa in cui Prevost ha parlato di pace "giusta e duratura" per l'Ucraina.
Published at: 2025-05-18 14:22:35
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