Occhi di gatto pronti per l’abile scatto

Occhi di gatto pronti per l’abile scatto


I traffici portuali, le assicurazioni, il commercio del caffè crearono agli inizi del Novecento le condizioni per il fiorire di una giovane generazione, allenata dall’Impero asburgico a parlare indifferentemente italiano e tedesco (gli sloveni anche lo sloveno), interessata alla cultura, con disponibilità economiche che permettevano spostamenti da Vienna a Firenze, dove introducevano movimenti letterari, teatrali, artistici e scientifici di cui nulla si sapeva nel resto d’Italia: da Peter Altenberg a Karl Kraus, da Sigmund Freud a Walter Gropius, da Egon Schiele a Gustav Mahler. Ma agli inizi del Novecento Trieste era ancora in subbuglio e sfornò un manipolo di artiste di spessore: tra di esse, solo Leonor Fini riuscì a bucare la scena internazionale perché si trasferì a Parigi (fino al 22 giugno Palazzo Reale di Milano le dedica una mostra, si veda l’articolo di Ada Masoero). De relato, il ritratto si estende anche ad Anita Pittoni che visse un periodo con loro, incrociando abilità, idee e affetti, dopo la morte di Carlo Wulz, padre delle geniali sorelle.Fotografia Wulz espone una serie di scatti, selezionati presso gli Archivi Alinari, che ha acquisito il materiale dello studio di famiglia fondato da Giuseppe, nonno di Wanda e Marion.

Author: di Cristina Battocletti


Published at: 2025-04-15 11:14:50

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