Più che gli «infermieri» e una sorta di Tso evocato per le toghe da Nordio, servirebbe un provvedimento che presto il ministro manderà al Csm per chiedere la censura contro Raffaele Piccirillo, autore a suo dire di «esondazioni improprie» di chi è convinto «di godere di una impunità tale da poter dire quello che vuole» sapendo che difficilmente l’organo di autogoverno della magistratura non si autodifenderà. All’evento Parlate di mafia organizzato a Roma da Fdi, Nordio torna sull’intervista a Repubblica concessa al sostituto Pg che secondo il titolare di Via Arenula «si è permesso di indicare tutti gli errori che avrei fatto», il Csm è rimasto a guardare e Nordio lo associa al «conflitto d’interessi» di un organismo «composto da persone elette da quelli che devono essere giudicati. Se il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli ricorda il rigore nell’attività disciplinare, respingendo le ipotetiche influenze «di gruppi associativi o di presunte camere di compensazione», l’opposizione con Debora Serracchiani, Alessandro Zan e Francesco Boccia denuncia «il modello di giustizia alla Donald Trump» che avrebbe in mente Nordio, ovvero «sottomissione della magistratura al potere politico e provvedimenti contro chi disubbidisce», i grillini blaterano di «lesa maestrà», mentre Rocco Maruotti di Md invoca «la libertà di manifestazione del pensiero è un diritto garantito dall’articolo 21 della Costituzione».
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Felice Manti)
Published at: 2025-07-19 04:21:17
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