I partiti di centrosinistra, e ancor più il sindacato della CGIL, che è il principale promotore di 4 dei 5 referendum indetti per l’inizio di giugno, hanno criticato duramente queste prese di posizione: disapprovano soprattutto il fatto che ci siano importanti esponenti delle istituzioni che invitano di fatto all’astensione, cioè al distacco da una pratica democratica tra le più importanti com’è quella del voto. Quella vittoria, ben al di là del suo valore specifico, mise in grossa difficoltà il governo di allora, guidato da Giulio Andreotti, e più in generale segnò l’inizio della crisi di quella che viene comunemente definita la Prima Repubblica (cioè il sistema di partiti politici che operò dalla fine della Seconda guerra mondiale al 1994). Renzi invitò all’astensione, generando le proteste di una parte della minoranza del PD, e lo fece citando però l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che un paio di giorni prima, in un’intervista a Repubblica, aveva perentoriamente sostenuto le ragioni dell’astensionismo: «Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria», disse.
Published at: 2025-05-13 06:09:20
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