In pratica, se dovesse essere approvato il ddl, ogni istituto dovrà, entro sette giorni dall’attività prevista, chiedere una sorta di autorizzazione ai genitori con specificate le finalità, gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti, gli argomenti, i temi e le modalità di svolgimento della lezione, oltre che l’eventuale presenza di esperti esterni o di rappresentanti di enti o di associazioni a vario titolo coinvolti. Ma a contestare il ddl in maniera compatta sono le opposizioni: “Con le altre forze politiche abbiamo presentato immediatamente un elenco di oltre cinquanta soggetti da audire perché possano ascoltare il parere di professionisti e associazioni che hanno una comprovata esperienza”, spiega l’onorevole Irene Manzi, responsabile Istruzione del Pd. Secondo Manzi c’è persino il rischio che più nessuno si occupi di questo tema a scuola: “Mentre da una parte il governo sottoscrive in maniera meritoria patti con Gino Cecchettin (che ha istituito una fondazione in memoria della figlia Giulia, vittima di femminicidio, ndr) dall’altra fa tutto il possibile perché quei progetti non vengano attuati”.
Author: Alex Corlazzoli
Published at: 2025-06-25 06:16:55
Still want to read the full version? Full article