Netanyahu riapre agli aiuti a Gaza, ma solo per accelerarne l’annessione: facciamo ancora più rumore!

Netanyahu riapre agli aiuti a Gaza, ma solo per accelerarne l’annessione: facciamo ancora più rumore!


Oltre al cibo e ai medicinali bloccati dal 2 marzo, siamo rimasti ammutoliti davanti all’orrore di un intero capannone pieno di oggetti rigettati da più di un anno: tende e generatori, bombole di ossigeno e respiratori per operazioni, incubatori e frigoriferi per vaccini, torce con pannello solare, sedie a rotelle, tutto rigettato da Israele perché considerato “pericoloso”, o forse perché necessario per la sopravvivenza dei palestinesi. Il disegno israeliano di far gestire gli aiuti umanitari dall’esercito e da compagnie private americane era già stato palesato tempo fa: un progetto spaventoso e vessatorio, costruito per spingere le famiglie – anziani, bambini, donne, feriti – a lasciare definitivamente Gaza e spostarsi a piedi per chilometri per concentrarsi attorno ai tre o quattro hub di distribuzione, unici punti in cui le porzioni saranno distribuite, solo personalmente e previa identificazione. Una strategia che lascia allibiti anche gli operatori delle Nazioni Unite, scettici sulla possibilità di consegnare cibo a 2 milioni di persone con così pochi hub, e a cui si rifiuteranno di partecipare, decisi a far valere il principio umanitario dell’offerta di aiuto a chiunque ne abbia bisogno e nel modo più agevole possibile, senza attuare misure di sicurezza e identificazione della popolazione palestinese.

Author: Marco Grimaldi


Published at: 2025-05-19 15:22:56

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