Probabile che l’incontro sia stato sollecitato da Trump che, ricevendo Netanyahu alla Casa Bianca, intendeva dare l’annuncio del cessate il fuoco, ostentando al mondo il successo e coinvolgendo in tale trionfo anche il premier israeliano, partecipazione che quest’ultimo ritiene necessaria per dimostrare che la decisione di adire a una tregua non discende dalle pressioni Usa. Si tratta dell’ennesimo braccio di ferro tra l’America e il “mago” di Israele, il quale ha preteso anche che il cessate il fuoco sia associato all’adesione di qualche altro Paese agli accordi di Abramo e alla fine del suo processo penale. Se Netanyahu incassa la grazia e può ostentare le vittorie conseguite in questi venti mesi di conflitti – vittoria indubbia su Hezbollah e Assad, dubbia su Hamas e non vera sull’Iran, ma sono particolari – oltre che potersi vantare dell’ampliamento degli Accordi di Abramo e del patto d’acciaio stretto con Trump, potrebbe anche accettare un cessate il fuoco duraturo a Gaza e sciogliere il governo (i media israeliani raccontano che potrebbe rivincere le elezioni per poi guidare un governo formato dal suo partito e le forze oggi all’opposizione, mandando all’opposizione i suoi attuali alleati messianici, ma è ancora una prospettiva aleatoria).
Author: davide
Published at: 2025-07-01 15:47:19
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