Perché se si crede alla provvidenza, l’elezione del tycoon ne è stata per lui la più fulgida dimostrazione: in calo di consensi, con le inchieste giudiziarie che non gli danno tregua, con l’onta del non essere riuscito a impedire il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023 e raggiunto anche da un mandato d’arresto internazionale, l’arrivo del nuovo inquilino alla Casa Bianca ha rappresentato per il leader del Likud un’ancora di salvezza. C’è voluto del tempo, però, per vedere i primi risultati: l’entrata in guerra ha giustificato la sua permanenza al potere, pur non riuscendo ad arginare il calo di consensi con migliaia di persone che continuavano a scendere in piazza per chiedere di dare priorità alla liberazione degli ostaggi catturati nel corso dell’attacco del Movimento Islamico di Resistenza. L’attacco all’Iran, tra le varie motivazioni che lo hanno mosso, ha anche questo obiettivo: mantenere un alto livello di tensione interno a Israele che permetta al primo ministro non solo di mantenere i consensi a un livello accettabile (il 75% degli israeliani si è detto a favore dei raid sugli impianti di arricchimento e stoccaggio dell’uranio di Teheran), ma anche di legittimare la propria permanenza al potere nel bel mezzo di una (o più) guerre e, tra le altre cose, di soddisfare gli appetiti colonialisti e ultranazionalisti di alleati di governo come Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir.
Author: Gianni Rosini
Published at: 2025-06-25 06:17:38
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