"Mentre scrivevo pensavo a un titolo più letterario ed elegante ma poi, quando ho finito il romanzo, mi è sembrato il migliore: è vero, c'è qualcosa di volgare, di inelegante nella parola, ma dice di una qualità del libro, che riguarda molto la fisicità e la vita proprio come esperienza fisica. Ho scritto questa prima parte senza sapere dove sarei andato a finire, ma mi era chiaro di volere scrivere in un modo emotivamente distaccato: questa modalità riflette il fatto di avere a che fare con un quindicenne, non a suo agio con sé stesso; e poi questo tono ha fissato quello del resto del libro e di tutte le esperienze di István, come in Iraq e a Londra". È il modo di scrivere del primo capitolo, che influenza tutta la storia, e che all'inizio mi serviva per rendere la fisicità e le esperienze sensoriali, poi per la caratterizzazione del protagonista e, infine, è diventato un tentativo di spogliare le cose, di togliere tutto ciò che è decorativo e non necessario, concentrandomi solo su ciò che sentivo fosse importante".
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Eleonora Barbieri)
Published at: 2025-10-07 03:00:02
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