Nel mirino del decreto Sicurezza c’è la repressione del dissenso: un piano autoritario che va fermato

Nel mirino del decreto Sicurezza c’è la repressione del dissenso: un piano autoritario che va fermato


Una metamorfosi necessaria per sottrarsi al confronto delle Camere, ma anche per non cedere sulle misure di pura disumanità nel mirino del Presidente della Repubblica, a partire dal divieto di acquistare Sim per i migranti irregolari e dal carcere per le donne incinte o madri di bimbi piccoli. Il Quirinale aveva posto sotto la sua lente l’articolo 19 del Ddl Sicurezza, il cosiddetto “Pro-Tav” o “Pro-Ponte”, che modificava alcuni articoli del codice penale in materia di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale, nel caso in cui agite per impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica. Ma l’impianto di questo decreto è il rovesciamento totale del senso stesso dello Stato, nella forma della Repubblica, il cui scopo primario certo non è sciogliere il potere da ogni vincolo di legge (quella si chiama tirannide), ma “riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”, come scritto nella nostra Costituzione.

Author: Marco Grimaldi


Published at: 2025-04-15 07:23:30

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