L’ultimo oltraggio subito da Nino Agostino e Ida Castelluccio è ingiusto e disumano

L’ultimo oltraggio subito da Nino Agostino e Ida Castelluccio è ingiusto e disumano


Mai invece dovrebbe prescriversi l’interesse dello Stato a fare luce su questo fatto che, insieme al fallito attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone (il 21 giugno di quello stesso anno) e all’assassinio di Emanuele Piazza, collega di Nino, pochi mesi più tardi, segnala l’inizio del grande terremoto che tra il 1989 e il 1994 ha sconquassato le più consolidate strutture di potere nel nostro Paese, scavando un solco incolmabile tra salvati e sommersi. Sull’indiscutibile depistaggio messo immediatamente in moto da rappresentanti istituzionali dopo l’eccidio di Villagrazia di Carini: la “freca di carte” portata via dall’armadio di Nino, sotto gli occhi attoniti della sorella Flora, le foto segnaletiche mostrate con insistenza a Vincenzo Agostino, il papà di Nino, perché riconoscesse come possibile autore del crimine proprio un certo Vincenzo Scarantino, che poi tanto sarebbe tornato utile cinque anni dopo per impalcare “il più grande depistaggio della storia repubblicana”, la immancabile pista passionale. Chissà se, stufo di correre a nascondersi, Giovanni Aiello, a suo tempo agente di Polizia e dei Servizi, sospettato di avere avuto un ruolo e riconosciuto senza esitazioni da Vincenzo Agostino in un drammatico confronto nell’aula bunker di Palermo (al quale partecipai) come “Faccia di mostro”, non avrebbe infine deciso di vuotare il sacco, se non fosse tempestivamente e improvvisamente morto sul litorale calabrese nell’agosto del 2017.

Author: Davide Mattiello


Published at: 2025-08-05 05:55:02

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