Il più illustre di questi, nel senso che ne fu un po' il battistrada, fu Ruggero Zangrandi, autore del libro Il lungo viaggio, uscito in prima edizione nel 1948 e poi, in una nuova e ampliata versione, nel 1963 e con il titolo, più esteso, di Il lungo viaggio attraverso il fascismo, e che si rivelerà un vero e proprio bestseller dell'epoca. Ai tempi della Marcia su Roma Chiarini è già un gagliardo ventenne e in seguito partecipa in maniera convinta e coerente a quello che è un dibattito all'interno del fascismo stesso dove l'estrema sinistra di Suckert-Malaparte e dei cosiddetti repubblicani nazionali si confronta con il centro-sinistra dei Rossoni e dei Panunzio, con la destra estrema dei Carli e dei Settimelli, con il centro-destra di Bottai, con i revisionisti che ruotano intorno al giornale Rivoluzione fascista. La tesi che ne deriva è però riduttiva, nel senso che, come ben spiega Siniscalchi, all'interno di quell'unico nome non c'è una sola categoria, ma tante: «i pentiti» come Ugo Indrio, «i voltagabbana» come Davide Lajolo, «le code di paglia», come Guido Piovene... Eugenio Garin, da filosofo, vi aggiungerà persino «i nicodemiti», un termine più colto per definire, al solito, gli antifascisti «dissimulatori», attirandosi il sarcasmo di Giorgio Amendola, antifascista, confinato, esule e comunista: «La dissimulazione è un'attività difficile da compiersi: esige grande sicurezza, certezza di prospettive e, alle spalle, una copertura, un partito clandestino, un organismo illegale»... radotto: in Italia non c'era niente del genere, se non nella fantasia di Garin.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Stenio Solinas)
Published at: 2025-12-09 06:51:08
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