A spargere ramoscelli di ulivo sull'asse Usa-Ue ci pensano sia l'Ecofin, pronto a riaffermare il «pieno sostegno a un approccio deciso, ma calmo e calcolato della Commissione Ue», come osservato dai ministri europei attovagliati nel vertice informale di Varsavia, sia il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis, che stima «ancora una crescita economica nell'Ue, anche tenendo conto dell'effetto dei dazi di Trump» e al contempo richiama sul fatto che i dazi avrebbero un impatto sull'economia americana da quattro a sette volte superiore rispetto a quella europea. La missione di Sefcovic è di elevare la densità delle relazioni sul tema dazi, ovvero passare a una fase concreta e meno emotiva: da un lato l'amministrazione Trump punta a cassare le barriere commerciali non tariffarie e la regolamentazione dei servizi digitali che impatta sulle big tech; dall'altro l'Ue apre, ma con dei paletti ben piantati: von der Leyen li ribadisce precisando che l'Ue non negozierà sull'Iva, perché «sono decisioni sovrane». Ne fa menzione su X solo l'europarlamentare di Fratelli d'Italia Nicola Procaccini, co-presidente dei conservatori di Ecr, secondo cui «c'è una guerra dei dazi doganali tra Stati Uniti e Cina, la premier italiana Giorgia Meloni vola a Washington per rinforzare l'alleanza occidentale, il premier spagnolo Sánchez vola a Pechino per rinforzare i legami con il Partito Comunista».
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Francesco De Palo)
Published at: 2025-04-12 03:00:03
Still want to read the full version? Full article