Sembra poco ma, considerando che l’Europa pesa per l’80 per cento degli attivi mondiali classificati come ESG, e che deve difendersi dal drenaggio letale di capitali e imprese perseguito da Donald Trump, si comprende il drastico cambio di paradigma, e la mutazione genetica dell’etichetta ESG. Da inizio anno, l’indice Standard and Poor’s che traccia le aziende della difesa, che include i produttori di armi nucleari, è in rialzo di circa il 40 per cento, il doppio di quello che traccia le azioni della cosiddetta clean energy. Il concetto di rischio reputazionale, come sempre ma più che nel recente passato, sta quindi diventando più sfocato, ma a lume di logica le armi nucleari non dovrebbero trovare posto neppure nella nuova e “pragmatica” classificazione, visto il durevole danno umano e ambientale che possono produrre.
Author: Mario Seminerio
Published at: 2025-08-25 09:38:55
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