Alinejad, estremamente attiva su X nella sua campagna per il rovesciamento del regime, dal 13 giugno ha espresso sin da subito e primariamente preoccupazione per i suoi compatrioti durante gli attacchi israeliani, biasimando Trump per il suo invito a evacuare una megalopoli come Teheran, salvo poi esprimere soddisfazione per l’eliminazione di una serie di figure militari della Repubblica islamica, ma anche per il bombardamento della tv di Stato, “la stessa che ha trascinato la mia famiglia a disonorarmi in diretta”. Una serie di attivisti e artisti iraniani, tra cui il premio Nobel Narges Mohammadi, l’avvocatessa Shirin Ebadi, i regist Mohammad Rasoulof e Jafar Panahi hanno poi pubblicato una lettera di ferma contrarietà alla guerra in corso – chiedendo a Trump di fermarla – per la quale si biasimavano anche le autorità iraniane (anche se le colpe vengono fatte ricadere su Israele), il cui programma nucleare andrebbe fermato e chiedendone “le dimissioni istantanee” proprio mentre le autorità israeliane affermavano che l’impresa militare iniziata lo scorso 13 giugno “potrebbe determinare la caduta del regime”. Nei giorni seguenti, con gli altri strike di Tel Aviv e le risposte di Teheran, ha invocato sollevazioni “che possono dare un colpo letale a questo regime morente”, parlando di “momento migliore per rovesciare il regime”, di “non temere instabilità o guerre civili dopo la sua caduta perché abbiamo un piano per il suo futuro e per i primi cento giorni” e d’altro canto difendendo, ospite di un programma sulla Abc, le prerogative israeliane.
Author: Lorenzo Forlani
Published at: 2025-06-21 09:03:17
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