«In Russia il futuro del film è ancora incerto e sono grato al festival di Torino che è diventato quasi un festival di casa», ha ammesso Sokurov. E tra i due sembra esserci anche un profondo affetto al di là della pellicola che parla del rapporto di empatia che nasce tra un profugo che ha perso tutto e l’eccentrica proprietaria di una pensione. C’è un po’ di nostalgia per i tempi in cui i film del Tff sbarcavano anche al Greenwich Village di via Po e al Reposi: «Sarebbe bello avere più cinema e più sale, il bacino d’utenza aumenterebbe», i commenti all’ingresso.
Author: repubblicawww@repubblica.it (Redazione Repubblica.it)
Published at: 2025-11-24 08:01:50
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