235, euro 15), va dalla A di Antibes, in Francia, alla X di Xi'an, l'antica capitale della Cina, passando per la B di Baku, la C di Casablanca, la E di Edirne, la G di Gerusalemme e insomma per un catalogo dei luoghi che supera in numero la sessantina e nel quale campeggiano almeno altrettanti romanzieri, poeti, pittori, musicisti, intellettuali vari colti in un momento particolare della loro vita, un viaggio, appunto, di lavoro, uno spostamento creato da esigenze occasionali, un incontro fortuito e che però si rivelerà centrale nelle loro biografie. Anche qui, il fascino dei nomi si impone già soltanto con il darne conto: Georges Simenon e Coco Chanel, Ernst Jünger e Jean-Paul Sartre, Louis-Ferdinand Céline e Henry Bergson, Stephan Zweig, Gershwin, William Somerset Maugham In un paio di fulminee paginette, scritte con una sorta di svagato understatement, Daria Galateria ci immerge in un brodo di coltura che è anche un piccolo manuale di cultura: c'è tutto l'essenziale e ciò che ne rimane fuori è il superfluo biografico, quel superfluo di cui sono maestri indiscussi gli anglosassoni, autori di ponderose vite di centinaia e centinaia di pagine dove di un'esistenza c'è tutto, minuto per minuto, ma ahimè troppo spesso quello che non c'è è il quid, il perché che rende quella vita così particolare. Nel vecchio albergo di un villaggio di confine, in Carelia, scrive Daria Galateria, "l'elettricità era tagliata da novembre; Irène non aveva mai visto luogo più misero, si giocava a bridge e gli ebrei facevano affari finti per non perdere l'abitudine; però c'erano libri sparigliati di Balzac e di Dumas, e gli alberi erano fragili edifici di zucchero, pezzi di specchio e scaglie di diamanti; per la noia Irène, la futura scrittrice, cominciò a scarabocchiare".
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Stenio Solinas)
Published at: 2025-06-22 03:00:03
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