È solo una delle molteplici fonti – tra cui immagini satellitari, foto e video validati e testimonianze dall’esterno e dall’interno del centro penitenziario – che hanno portato Amnesty International a concludere che l’attacco intenzionale, portato a termine a più riprese il 23 giugno da Israele contro la prigione di Evin, abbia costituito una grave violazione del diritto internazionale umanitario e debba essere indagato come crimine di guerra. Finora le autorità hanno reso noti i nomi di 57 civili uccisi negli attacchi, tra i quali quelli di cinque operatrici sociali, di 13 ragazzi che stavano svolgendo il servizio militare obbligatorio come guardie penitenziarie o nell’amministrazione, di altre 36 persone (30 uomini e sei donne) che lavoravano nella prigione e del figlio di una delle operatrici sociali. Un’immagine satellitare analizzata da Amnesty International mostra la distruzione di una strada e di due mura di sicurezza nella zona nord della prigione, nei pressi di un edificio al cui interno si trovano le sezioni 240 e 241, note per la presenza di centinaia di celle d’isolamento.
Author: Riccardo Noury
Published at: 2025-07-28 06:00:03
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