Il culto erotico inaugurato da Saffo che è poi un viatico sapienziale è stato raccolto dalle formidabili poetesse cortigiane, spregiudicate in intelligenza (Veronica Franco, per dire) e dalle scrittrici mistiche, non aliene da trafitture verbali di sacra lascivia (Caterina Vannini, ad esempio, che fu, quindicenne, prodigiosa prostituta a Roma, fino a convertirsi e a sedurre il cardinal Borromeo, oppure Maria Maddalena de' Pazzi e Veronica Giuliani; per un repertorio si veda: Mistiche, Magog, 2025). Tra gli astri più splendenti, spiccano autori altrimenti marginalizzati dalle pie accademie: il geniale Giorgio Baffo "poeta monologico: la mona è la sua monade" autore di una paracula Lode al culo, Pietro Aretino, "sovrano di una letteratura italiana del sottosuolo" e Olindo Guerrini, istrione del verso, l'inventore di Argia Sbolenfi, ragazza di "mediocre istruzione", colta da "isteriche sofferenze... spesso erotiche", a cui sono ascritte delle Rime pretenziose, pretestuose, stuzzicanti, un'autentica anomalia in un Ottocento altrimenti esangue, piantumato dal pudore. Della nostra aurea tradizione vengono prediletti i bischeri, i briganti del verso, dal "Pistoia" al Ruzante; alcuni sono delle assolute scoperte: il "poeta marchigiano, che fu avvocato in Roma" Marcello Giovanetti, ad esempio, oppure l'urbinate Giovan Leone Sempronio, che canta La bella zoppa, o ancora Giuseppe Artale, poeta e spadaccino, di cui è accolto un sonetto che dice di una Pulce sulle poppe di bella donna.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Davide Brullo)
Published at: 2025-12-13 04:00:03
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