Il presidente degli Stati Uniti occupa quotidianamente il campo dell’informazione con interventi a raffica che fanno parte di una strategia politica precisa, illustrata anni fa dal suo ex consigliere Steve Bannon. Il semplice fatto di chiedersi come si fa a non cadere nella trappola della sua “parola performativa” (un’affermazione che coincide con l’azione) rivela quanto sia potente ed efficace la tattica di Trump. È il primo leader mondiale a possedere un social media tutto suo, su cui dichiara la guerra e la pace (un giorno coccola l’Iran, il giorno dopo lo attacca ferocemente), lancia anatemi politici (il candidato democratico alla poltrona di sindaco di New York, Zohran Mamdani, sarebbe un “pazzo comunista”), maltratta tanto gli alleati (“Macron non capisce niente”) quanto gli avversari e trasforma perfino i suoi tweet in armi di guerra (secondo il Wall Street Journal, Trump avrebbe deliberatamente scritto online che intendeva privilegiare la via diplomatica con l’Iran per spingere Teheran ad abbassare la guardia, quando sapeva benissimo che Israele avrebbe attaccato il giorno dopo).
Author: Internazionale
Published at: 2025-07-07 05:36:38
Still want to read the full version? Full article