Una nazione guerriera sbriciolata, annichilita, perché non c’è acciaio di katana che possa resistere quando due soli scendono in terra e vaporizzano soldati, donne, vecchi, bambini o quando vagando tra macerie radioattive quello che si vede su una parete è l’ombra di un cane stampata dalle radiazioni che lo hanno annichilito. Come ebbe a ricordare anni dopo Guido Ceronetti: «Quel che non dimenticherò è l’allegria generale, creata dai giornali e rimbalzata su tutte le facce, dopo la bomba di Hiroshima: “Questo fa finire la guerra: tutte le guerre, per sempre” – “Siamo entrati in un’epoca di prodigi mai visti”. A cui si sommava un fatto molto più comunemente umano: la necessità di andare avanti di una nazione anche a costo di seppellire il proprio passato radioattivo, un passato stampato sulla pelle di 650mila persone.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Matteo Sacchi)
Published at: 2025-07-26 07:42:06
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