La voce dei superstiti che il Giappone (come l’Occidente) non volle ascoltare

La voce dei superstiti che il Giappone (come l’Occidente) non volle ascoltare


Una nazione guerriera sbriciolata, annichilita, perché non c’è acciaio di katana che possa resistere quando due soli scendono in terra e vaporizzano soldati, donne, vecchi, bambini o quando vagando tra macerie radioattive quello che si vede su una parete è l’ombra di un cane stampata dalle radiazioni che lo hanno annichilito. Come ebbe a ricordare anni dopo Guido Ceronetti: «Quel che non dimenticherò è l’allegria generale, creata dai giornali e rimbalzata su tutte le facce, dopo la bomba di Hiroshima: “Questo fa finire la guerra: tutte le guerre, per sempre” – “Siamo entrati in un’epoca di prodigi mai visti”. A cui si sommava un fatto molto più comunemente umano: la necessità di andare avanti di una nazione anche a costo di seppellire il proprio passato radioattivo, un passato stampato sulla pelle di 650mila persone.

Author: redazione@ilgiornale-web.it (Matteo Sacchi)


Published at: 2025-07-26 07:42:06

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