Ora, in uno dei quei paradossi che solo la Storia riesce ad inventare, sembra che un treno abbia percorso il tragitto contrario rispetto a quello di un secolo fa e abbia portato da Mosca nei paesi e nelle istituzioni europee un contingente di pacifisti - sempre a senso unico - con l'intento di fiaccare la solidarietà dell'Europa verso l'Ucraina. Un dato, però, che non può non sorprendere: finché il pacifismo senza "se" e senza "ma", infatti, si ricollega ad un filone tradizionale del pensiero di sinistra è fisiologico, ma quando contagia - strumentalmente o meno - quella variante del nazionalismo che è il sovranismo i conti pure sul piano culturale stentano a tornare. Per cui certi toni accondiscendenti verso la cosiddetta "pace russa" o sono strumentali e puntano ad utilizzare sul piano elettorale lo slogan semplicistico che contrappone le spese per gli armamenti a quelle sociali, dimenticando che se non si garantisce la sicurezza e l'indipendenza di un paese non si salvaguarda neppure il suo modello di vita; o sono generati da una certa confusione non solo culturale del sovranismo di oggi.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Augusto Minzolini)
Published at: 2025-11-19 09:00:03
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