Per la prima volta dopo decenni, infatti, il cittadino comune e la classe politica si trovano dalla stessa parte della barricata: quella che pretende il "giusto processo". Protagonisti della guerra contro la cosiddetta "casta" i magistrati, approfittando dell'incapacità della politica di venir fuori da una drammatica crisi della rappresentanza, diventarono allora gli "eroi" di una sorta di "nuova resistenza" (chi non ricorda il "resistere, resistere, resistere" del procuratore capo Borrelli?). Nacque perciò il mito di quella che, con infelice ossimoro, fu chiamata "rivoluzione giudiziaria" e che, sull'onda del consenso popolare, restò in servizio permanente effettivo anche dopo la fine della Prima Repubblica, diventando così un fenomeno cronico della nostra vita pubblica.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Ferdinando Adornato)
Published at: 2025-11-06 09:00:03
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