Poi, a seguire, la statura di capitan Fracassa che “ha concluso sei guerre”, annuncia roboanti ultimatum che diventano penultimatum il giorno successivo e stringenti sanzioni sempre rimandate si è confermata come la miglior garanzia per la Russia di temporeggiamento sine die, di opportunità per incrudelire ad libitum sulla popolazione civile, con aggressioni giornaliere quadruplicate rispetto all’estate scorsa, e di pianificare a piacimento l’offensiva che se non garantisce per ora lo sfondamento dà la possibilità all’armata di allargare gli attacchi. E in quel “preferirei non esserci all’incontro tra Putin e Zelensky” non è difficile leggere un’intenzione, già emersa in precedenza, di tirarsi fuori dopo essersi fatto prendere in giro per mesi e avere consentito all’amico Vladimir fin dall’inizio di causare tutti i morti di cui in un raro momento di verità l’ha accusato, per un’exit strategy tardiva ma probabilmente meno rovinosa di un ulteriore coinvolgimento infruttuoso e dannoso, elettoralmente, in vista del voto di midterm. E che dovrebbero aver capito finalmente che è tempo, anche passato, di mettere mano alla regolamentazione del voto europeo che in una simile situazione di emergenza non può essere più all’unanimità per evitare da subito che le quinte colonne di Putin, Orban in primis, impediscano l’entrata di Kiev nell’Ue e, magari, per liberarsi dei figuri che vogliono distruggere definitivamente l’Europa.
Author: Daniela Gaudenzi
Published at: 2025-08-26 05:50:42
Still want to read the full version? Full article